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Immagine del redattoreRaffaele Ingegno

Perchè nelle foto molto vecchie non si sorrideva mai?

Forse questa domanda non te la sei mai posta, ma sicuramente avrai notato che non hai mai visto le persone sorridere nei ritratti di fine ottocento e dei primi del novecento.


Questa cosa dipende da più motivi.


Tieni presente che la possibilità di impressionare una superfice con una scena, creando quindi la possibilità di avere un'immagine, nasce ufficialmente solo nel 1839, anche se i concetti sulla camera oscura erano ben noti già molto prima. In sostanza fino a quella data, mancava la possibilità di avere un supporto definitivo che registrasse la scena per renderla eterna. Il decennio precedente a questa data, fu oggetto di studio ed esperimenti, in particolare di Niépce e Daguerre, per ottenere la possibilità di rendere eterna la scena.

Purtroppo il primo dei due morì alcuni anni prima della data ufficiale di inizio della fotografia, che risulta essere il 19 agosto 1939. 181 anni compiuti 3 settimane fa!






Ho usato non a caso "scena" e non "attimo" per un motivo ben preciso.

Quando abbiamo avuto questa possibilità, non avevamo di certo gli strumenti che abbiamo a disposizione oggi e in pieno sole c'era bisogno di un'esposizione di circa 20 secondi per permettere al supporto di impressionarsi. Immaginiamo quindi un tempo di esposizione analogo per i primi ritratti fatti qualche anno dopo e magari al chiuso, quindi considerando un lieve progresso ma una quantità inferiore di luce disponibile.


Di sicuro per tutto quell'interminabile tempo in cui rimanere immobili, tenere una risata era impossibile! Molto più semplice tenere un'espressione seria, rilassata, al massimo con una leggera smorfia sorridente.





Immaginate una foto di un volto un po' mossa con una risata, di sicuro non si tratterebbe di un'immagine piacevole e a vederla oggi ci riporterebbe a qualcosa di maligno, più che di piacevole sorriso.


Ecco in sostanza, uno dei motivi principali in quegli anni era l'impossibilità tecnica. Il tempo di esposizione troppo lungo.


Ma non solo!


Siamo in un periodo storico in cui la fotografia non esiste e i ritratti e la rappresentazione dell'effige di una persona sono da attribuire alla pittura. Quindi il riferimento di un ritratto di una persona, in questo periodo storico, è il quadro.


Ma chi aveva un proprio dipinto, commissionato ad un artista? Esclusivamente i potenti, i nobili ed i ricchi. Regnanti e tutti i nobili che costituivano una famiglia, capi di governo e alte cariche dello stato, Papi e cardinali, persone che si sono rese importanti per ruoli e gesta, soprattutto militari, e ricchi mercanti erano le uniche persone che potevano accedere a questa pratica per ovvie ragioni di natura sia economica che sociale.

Quindi che si trattasse di un Re, di un Papa, di un generale, di uno scrittore, un matematico o di un filosofo, ciò che veniva dipinto era il ruolo più che il soggetto.





A meno che non eri un pittore e con un po' di pazienza ti facevi un selfie, termine che è la versione simpatica e contratta di self-portrait, quindi auto ritratto.


E nel 1800 non ci troviamo di certo nella sigla di un telefilm americano anni '80, dove gli attori quasi svestendosi dai loro personaggi si girano in camera sorridendo, avvicinandosi all'osservatore più come persona che come ruolo... siamo in un epoca dove dovevi proprio mantenere questo distacco col popolo e far emergere il ruolo.


Quando nasce la fotografia, siamo nella stessa situazione e il ritratto fotografico gode di una fortissima influenza da parte di quello pittorico, quindi si ritraeva il ruolo e lo si trasmetteva con un'impostazione fiera e seriosa, a prescindere dal limite tecnico.


All'epoca se ridevi in foto, saresti stato visto come una persona che ride sempre, ma che ride anche in un contesto ritenuto serioso come un ritratto importante della propria persona e del proprio ruolo sociale, automaticamente questa raffigurazione sarebbe stata considerata come la rappresentazione dello scemo o del pazzo del villaggio!


Quando poi la fotografia migliorò un po' sotto il punto di vista tecnico e soprattutto nella diffusione al popolo, mai considerarla come oggi eh, mi riferisco ad una leggera diffusione, questa aurea di serietà rimase per molto tempo.

Anzi c'è da dire che all'epoca si realizzavano anche le foto post mortem, quindi le foto a persone che erano morte da poco e che non avevano mai avuto un ritratto... immagina un po' la situazione...





Ci sarebbe anche una terza motivazione da tenere presente oltre al tempo di esposizione e alla percezione del ruolo nel ritratto.

Stiamo parlando della prima metà dell'800 e di molte decadi successive alla nascita della fotografia, la cura dei denti e dell'igiene orale in generale non era eccezionale come oggi, quindi piuttosto che farsi vedere mezzi sdentati a 30 anni, era preferibile tenere la bocca chiusa e non mostrare una dentatura tutt'altro che piacevole nella maggior parte dei casi.


Devono passare 100 anni per far cambiare le cose.

Siamo in un periodo storico in cui la fotografia si è slegata dalla rappresentazione pittorica, assumendo personalità nell'utilizzo e negli scopi. I mezzi sono ottimi rispetto agli anni precedenti, abbiamo le pellicole veloci. Nella seconda metà dell'800 il prezzo del magnesio scende e si rende disponibile in fotografia per arrivare al 1900 con il brevetto del primo flash. La fotografia assume molti più ruoli. Diventa rappresentazione di una scena, di un evento, di un ricordo, viene usata come arte, come catalogazione delle persone e delle cose, come dimostrazione dell'esistenza di qualcosa o come diffusione delle fattezze... ecco siamo in un epoca molto più moderna. Ma nel 1943 è Roosevelt, allora presidente degli Stati Uniti, che fa una cosa che rimane nella storia: dice "cheese" perchè sa che viene bene e sorridente se dice questa parola!





Ammettilo, quante volte hai visto usare o hai usato questa parola nel momento di un ritratto?


Ma non è tanto il fatto in se del coniare questo termine per assumere un'espressione sorridente in foto il fattore importante, la cosa più interessante è che è cambiata la percezione del soggetto sulla fotografia.


Una persona vincente, ottimista, propositiva, felice, sorride in foto e si avvicina piacevolmente all'osservatore, non si vuole più dare risalto al ruolo incutendo quasi timore e distaccamento. Soprattutto se ridi non sei più lo scemo del villaggio, ma sei una persona piacevole!


Certo, siamo ancora a cavallo della metà del 1900, non è ancora come oggi che sfili di tasca il tuo smartphone e tempo pochi secondi hai un ritratto di te stesso o di altre persone, diffuso e visibile in quasi tutto il mondo. Il procedimento è rimasto ancora un pò lunghetto eh, ma passi da gigante si erano fatti in quei 100 anni trascorsi dalla prima fotografia. Tecnologicamente e socialmente.


Due fattori che viaggiano sempre insieme nello sviluppo e nell'evoluzione della fotografia.


Oggi la gestione del tempo è totalmente cambiata, nella realizzazione, nella diffusione e nella durata funzionale di uno scatto in motissimi casi.

La gestione e l'ottimizzazione del tempo sarà il tema fondamentale di un workshop che terrò il 26 settembre a Milano, nel mio studio.

Trovi tutti i dettagli qui!



Ti saluto con il dolcissimo sorriso di Ndack, modella di origine senegalese, ritratta da me qualche mesetto fa, quando non ci saremmo mai immaginati che per un certo periodo le mascherine avrebbero dovuto fare la loro parte, per combattere un'epidemia. Che sia di buon auspicio per scoprire rapidamente i nostri volti e soprattutto i nostri sorrisi!


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