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Immagine del redattoreRaffaele Ingegno

Fotografia e Social Network, che cosa accade? Quali trucchi puoi usare?

Se pensi di trovare la classica guida con le 10 regolette d'oro che aumenterà il tuo engagement e la tua crescità sui social network, non è così, ma avrai molto di più, perchè leggendo le prossime righe e dedicando 10 minuti a questo articolo, potrai ragionare ed usare meglio queste piattaforme, o semplicemente avere la conferma che c'è qualcun'altro che la pensa proprio come te!


Fotografia vs Social Network, cosa accade in questo scontro?


Questo è un argomento che trovo molto interessante, di cui possono discutere tutti, ma che non basterebbe un'enciclopedia intera, intesa come grossi volumi, per affrontarlo tutto, provo a darti le mie considerazioni, quelle che oggi mi vengono in mente, magari con i commenti potremmo approfondire la cosa.

La fotografia e il social network, sono due cose che non c'entrano nulla, chiariamolo, ma sono due mezzi di comunicazione che si incrociano e reciprocamente si avallano.

Reciprocamente perchè il social si avalla delle immagini per rendere più forte la comunicazione e la fotografia si avalla del social network per raggiungere altre persone con il sistema più semplice e diffuso di oggi.

Ok è una precisazione banale, ma non è così scontata, perchè io noto molto spesso che l'uno diventa la finalità dell'altro, anche qui reciprocamente.

Si fanno foto per metterle sul social network e ci si iscrive al social network per pubblicare foto. Anche realizzate appositamente, un cane che si morde la coda.

Ovviamente tra le due preferisco la seconda, ma se il primo dei due casi può aiutare a stringere rapporti e a impegnarsi a fare qualcosa che piace, perchè no!?

C'è qualcosa di molto subdolo in tutta questa macchina però, che non mi piace.


Innanzitutto volevo precisare che mi voglio rivolgere a Facebook ed Instagram, le due piattaforme social più diffuse e probabilmente più utili, in maniera generica.

Anche se della stessa proprietà, sono strutturalmente molto diverse tra loro.


Un'ulteriore precisazione è quella che si riferisce alla falsa credenza di stare sul social per potersi fare pubblicità gratuitamente, intesa anche come "farsi conoscere", non necessariamente come vetrina di attività commerciale.

Beh secondo me è così in parte e non per tutti e non ce ne rendiamo conto.

Queste due piattaforme sono una macchina da soldi, le aziende e i brand investono molto in pubblicità e tu hai l'idea di avere la tua vetrina! Ok, sì, ce l'hai. Ma in sostanza tu ci sei, gratuitamente, perchè sei un potenziale acquirente che vedrà la pubblicità di altri che hanno investito soldi veri per arrivare proprio a te. Più iscritti ci sono, più usano le funzionalità lasciando dati utili su abitudini e preferenze, più la pubblicità è buona e più costerà.

Vedila un po' come una fiera a ingresso gratuito, dove ci sono espositori da tutto il mondo e di ogni categoria merceologica ben organizzata e tu oltre ad entrare gratis puoi mettere degli annunci. Puoi realmente credere di fare una parte del mercato rispetto ai mega stand luccicanti che hanno pagato per essere lì? Ma puoi conoscere tanta nuova gente, questo ti è concesso, anzi è importante che tu faccia rete e condivida esperienze!

Di sicuro al 99% degli utenti, non interessa fare mercato, ma fare networking, ma è il concetto ribaltato che è importante da mettere a fuoco.

Il "fatti vedere e conoscere" a fronte di "iscriviti e muoviti perchè servi".


In sostanza immagino che queste reti avrebbero avuto sicuramente meno diffusione se invece di chiamarsi "social network", si fossero chiamate "Centri commerciali virtuali".


Perchè queste premesse? Perchè la fotografia è un linguaggio ed un mezzo molto valido per potersi esprimere, ma una buona fetta si sta dirigendo alla sola produzione per avere senso solo sul social. Non che io pensi che la maggior parte degli utenti che fanno ciò, senza il social, potessero produrre una fotografia con un senso ed un alto valore comunicativo, ma di sicuro non la produrrebbero pensando alla piattaforma finale.


Migliaia di guide on line per rendere il tuo prodotto più accattivante! Guide seguite da chi considera il proprio hobby la fotografia, ma che non si rende conto che il proprio hobby è diventato il social network. Che non c'è nulla di male, basta saperlo però.


Facciamo una considerazione che va già in contrasto. I brand che producono fotocamere sono in continua ricerca per porre sul mercato attrezzature sempre più performanti e che restituiscano immagini ad elevata qualità. E ci sta per carità, sia per chi lo fa di professione che potrà disporre di una qualità maggiore, sia per chi lo fa per hobby che si potrà divertire di più. Megapixel che aumentano, colori sempre più ricchi. Ma poi i due social che citavo prima, mettono le limitazioni e per offrire una buona esperienza di navigazione sei costretto a ridurre tantissimo la qualità dell'immagine che ti stai accingendo a pubblicare oppure lasciare questo compito alla piattaforma che lo farà in modo pessimo!

Il tutto spesso solo per una pioggia di like di utenti distratti e che sono lì per la speranza di riceverne altrettanti alle proprie foto.

Naturalmente non mi riferisco a coloro che usano il social come una sorta di diario personale e di contatto con persone lontane, ma a chi condivide le proprie produzioni fotografiche, frutto di lavoro o meglio ancora, di semplice passione.


Ma fosse solo per la qualità dell'immagine!


Bisogna far crescere il profilo!

Ma in che senso farlo crescere? “Questo mio maledetto naso che mi precede di un quarto d'ora ovunque mi vieta fin l'amore di una brutta.”

Nel senso che tutti dovremmo somigliare a Cyrano de Bergerac?

No! Nel senso che ti devi impegnare a rendere i tuoi contenuti piacevoli e funzionali alla piattaforma, in modo da farti seguire e ricevere interazioni, diventando famoso!

Se no a che serve se le guardano 10 persone e queste 10 persone pensano pure "guarda che sfigato, ha solo dieci seguaci!". E' considerato controproducente...

Siamo passati da "le misure contano!" a "le quantità contano!" e se nel primo caso c'è qualcuno che sostiene che non sia vero, nel secondo nessuno ti dirà il contrario.


Oh ma è fantastico!

Ti ricordi che prima ti dicevo che sei utile alla causa, in quanto più ci stai e più sei un potenziale acquirente? Ecco lo devi fare pure seguendo delle linee guida, io trovo la cosa di un'intelligenza straordinaria, da parte di chi la continua sviluppare: ci devi essere, come ti dico io, per arrivare a ciò che ti prometto, ma sostanzialmente per comprare ciò che ti propongono tramite me, pagandomi!

Sarebbe stato impossibile non aver successo con un'idea del genere, che fa leva proprio sui desideri di tutti noi.


Sicuramente c'è in tutto ciò una grande utilità, perchè attraverso queste piattaforme tutti abbiamo creato il nostro network, conoscendo tante persone e situazioni, divulgando qualcosa, imparandone altre e confrontandosi con molti.

Anche io e te, probabilmente, siamo in contatto perchè ci siamo incrociati su di un social network!

Ma è una fetta piccolissima.

Ma soprattutto va in contrasto con il linguaggio fotografia, o meglio è una sorta di linguaggio combinato, non propriamente libero.


La fotografia è un linguaggio molto aperto, che dispone di innumerevoli possibilità e scelte, al fine di ottenere in un fotogramma un determinato messaggio, banale o interessante non è importante, o almeno non lo è per la valutazione in questo articolo. Ovviamente anche la fotografia destinata al social network ha un linguaggio ben preciso e una forza dirompente in questi anni, ma la cosa importante è saperlo e sapere che si sta producendo rispettando le regole del gioco e non in totale libertà espressiva, dedicando forse più tempo alle dinamiche divulgative che creano queste piattaforme che all'atto di fotografare e fare fotografia in se.


Ma sei sicuro che non stai facendo cose e non stai modificando il tuo linguaggio perchè ci sono queste "regole" da seguire sul social network che usi di più?


Anche perchè se le vuoi seguire, è un lavoraccio e ti avverto che, se non lo sai già, specialmente su Instagram ti starai impegnado a renderti più visibile a sistemi automatici, quindi stai avendo interazioni con dei software che ti guardano le storie, i post, ti lasciano like, commenti e anche messaggi!



Ma nel frattempo tu hai fotografato, scelto e post prodotto pensando:


- al taglio quadrato di instagram, non perchè fosse funzionale al racconto

- al colore che va di più, non perchè era perfetto per la tua foto

- a come e a quello che hai scritto, perchè è la modalità più visibile nel social

- agli hashtag da mettere, perchè aiutano la ricerca per arrivare alla tua foto, in un miliardo di post al giorno

- agli orari in cui pubblicare, perchè sai che le persone sono più presenti e la tua foto "dura" poco

- alla capacità di attirare subito, un mordi e fuggi in contrasto con l'immortalare il momento e come si legge spesso, renderlo eterno

- alla censura da mettere sulla nudità, perchè altrimento ti sospendono l'utilizzo

- al dover cambiare la foto, perchè non rispetta gli standard della comunità

- al formato del file, a dispetto dei soldi spesi proprio per avere la reflex più "importante"

- alla visibilità del soggetto, perchè verrà vista su un device di una decina di cm e non stampata in dimensioni un po' più idonee

- al luogo da taggare, non che cambi il senso della foto ma si mette eh

- alla foto che ha fatto tiziocaioph, perchè lui riceve un sacco di like, quindi "mi ispiro"

- alla collaborazione con... perchè ha molti followers


No dai, ora continua a dirmi che il lavoro più grosso lo fai con la fotocamera e che sei libero di fotografare ed esprimerti, perchè essendo un fotoamatore senza committente, puoi fare ciò che ti piace!


Certo, di sicuro lo fai, perchè fotografi ciò che ti piace, ma ( chi di più e chi di meno ) la tua produzione è strettamente legata all'uso che ne farai e se l'utilizzo principale è la condivisione sulle tue pagine social, anche se poco, ci stai pensando.



Ora, attenzione, non ti sto minimamente dicendo che non va bene o che stai sbagliando, volevo solo che ci riflettessi su e che scegliessi in base a questa riflessione.


Ma se pensavi che si trattasse solo di ciò, ti sbagli di grosso!

Il social network muove anche le folle e in queste folle corrono idee sviluppate all'interno di questi complessi meccanismi di sociologia.


Immaginiamo che tu stai creando il tuo bel fotogramma e stai realizzando una bella serie con più di queste foto, che a prima vista non hanno alcuna connessione e che andrai a condividere separatamente nel meraviglioso mondo dei social, ma in particolare ( rullo di tamburi ) nello straordinario mondo dei gruppi Facebook! Quelli che hanno nel titolo il sostantivo femminile declinato in tutti i modi possibili per intenderci... "Gruppo w la fotografia", "Le fotografie di Genova, Ascoli e Parigi", "Fotografi, Fotografe e aviatori", "Attenti a quei fotografi", "Quelli che fanno le fotografie", "Fotografie con Fujifilm e Nikon, non con canon e forse con Sony" e così via.... dove in pratica gli iscritti sono sempre gli stessi, ma si comportano in maniera diversa perchè c'è un titolo diverso e chi ha creato il gruppo, non contento di tutto ciò che si deve rispettare e accettare dalla piattaforma, mette ulteriori regole. Dai le conosci, le tipiche che si trovano nel "Si prega di leggere il regolamento" e che non hanno nulla a che vedere con ciò che si propone la mini-community, tipo... puoi pubblicare una foto dopo le 16 ma solo se c'è il sole, non devi dire dove l'hai fatta, se hai un sito stai zitto, puoi commentare altre foto solo se ci fai vedere le tue, le foto vanno caricate dall'hard disk che tieni alla destra della tua mano sinistra... etc. etc. ... in questo sublime microcosmo creato da chi si è dimenticato dopo 5 minuti il perchè della creazione! ( Ma in molti si chiedono anche semplicemente il perchè della creazione ).


Ora tu hai questa bella serie, ma ne pubblichi una sola perchè sai che la singola foto, o meglio hai letto da qualche parte questa cosa e non sai neanche se è vero, funziona di più e la vedranno più persone! Ecco, già hai ammazzato tutto, provando a rispettare una regola di comunicazione del sistema che stai usando.


Ma non è mica finita?!

Tutte le tue foto inquadrano un soggetto che ha le dita della mano mozzate dal taglio.

Metti la prima e arriva Ciccio che ti scrive "Bello lo sfondo, peccato per il tatuaggio e le dita tagliate, avrei preferito vederla in bianco e nero e l'avrei fatta orizzontale!"

Il tutto nel tempo tra cui hai cliccato su "invio" e il tuo occhio è arrivato a vedere il "+1" che determina che hai una nuova notifica!


E ti chiedi anche: ma come ha fatto in questo lasso di tempo? Il tutto prima ancora di andare ad analizzare ciò che ti ha detto!


Poi arriva Pippo che non andrà a commentare la tua foto, ma andrà a sindacare sul commento del primo utente e nel giro di pochi minuti ci sarà una pioggia di commenti, ma anche di like, e zuffe tra utenti che non sai chi siano, non sai perchè sono lì, di cosa stiano parlando e che divagano su mille altri argomenti. Questo nel migliore dei casi, ma nel peggiore iniziano a offendersi recirpocamente promettendosi di darsele di santa ragione alla prima occasione d'incontro dal vivo, non dopo aver controllato quanti follower ha l'altro e misurando il peso delle parole soprattutto in base a questo.



Alla faccia del social network!


E così sarà molto spesso per ogni volta che proporrai dei contenuti. Naturalmente ho volutamente esagerato, ma a molti tutto ciò è realmente capitato.

Anche a me.


Quindi cosa accadrà? Che la prossima volta farai attenzione al taglio delle dita, non perchè reputi che questo dettaglio è antiestetico, non funziona, non sia funzionale al messaggio, distragga o altro, ma solo perchè se no ti arriva Ciccio o Pippo che te lo dicono e parte la rissa. O magari la farai in bianco e nero, mostrandole entrambe, magari chiedendo: e meglio a colori o in bianco e nero?! (solo perchè ti sei scocciato di ricevere quel tipo di commento ed è un "scegliti quella che vuoi")

Totalmente disinteressato dal fatto che il colore o il bianco e nero, fanno parte della tua creazione e dovrebbero supportarla con coerenza.

Ma farai anche attenzione al taglio considerando come viene visualizzata, perchè da molti device si vedono delle anteprime della foto se non ci clicchi su, ma tu farai attenzione anche a questo, limitando la tua creazione e spingendoti in produzioni che avranno ben presente dove finiranno. Che non è la stessa cosa di pensare al formato della stampa...

Naturalmente non ti dico che è sbagliato, ma basta saperlo.


Per non parlare di un'altra situazione che si potrebbe verificare, specialmente se sei nuovo in questo mondo della fotografia, la percezione di qualità mediante il valore numerico, del like o del follower!

Ecco questo accade di più su instagram, non perchè è un social più stupido, ma perchè ha meno funzionalità e più limiti rispetto a Facebook, ma comunque accade ovunque. Avendo meno possibilità di argomentare e creare contenuti, Instagram ha bisogno dell'unico modo che lo alimenta, la ricezione del like, dei commenti e dei followers, anche con mezzi alternativi.

Ora saprai di certo che in molti questi followers e like li comprano ( 100mila followers e 7 like alla foto mi lasciano pensare che a parte quei 7 gli altri stanno pensando che la tua foto fa proprio schifo ) ed ognuno è padrone di spendere i propri guadagni come meglio crede, specie se non sono guadagnati con fatica, ma ciò dimostra quanto questo sistema sia talmente falso e marcio. Ci ostiniamo a usare e far parte di un network che ti sta dicendo che Gigetto, ragazzo di 24 anni che fa tutt'altra e rispettabilissima professione e fino a 6 settimane fa non sapeva cosa fosse fare fotografie, è più seguito e riceve più apprezzamenti di Platon, Annie Liebovitz, David LaChapelle o Albert Watson!

E di solito come li riceve? Semplice, fa una fotina da non buttare copiata da un altro che da prima di lui sta usando lo stesso sistema e con i suoi amichetti crea un gruppo, quello che si definisce Round.

Ovviamente gli amichetti li ha conosciuti nel gruppo Facebook. Il gruppetto lo fa su Whatsapp, su Telegram o su altre app di instant message e scrive:

"Raga, io ho pubbli".

Mettendo il link. Tutti gli altri che fanno? Vanno sulla foto e iniziano a mettere like e a commentare. Alcuni con questi gruppi ci fanno anche dei soldi.

Facci caso, sono sempre gli stessi tra tutti loro, si scrivono sempre le stesse cose ed è anche comprensibile, perchè lo scopo non è il commento, ma rendere più visibile la foto e il profilo, che raggiungerà più persone e con questa crescita il profilo avrà più prestigio. Più prestigio di Platon, Annie Liebovitz, David LaChapelle o Albert Watson! A 24 anni, facendo tutt'altra e rispettabilissima professione e spesso capendoci solo tecnicismi e non coscendo i 4 fotografi che ho citato prima.

Una foto molto commentata su Instagram nei primi munuti di pubblicazione, riesce ad ottenere risultati di visibilità molto superiori ad una foto che non riceve commenti, questo perchè la piattaforma è studiata così e premia chi la utilizza. Anche perchè utilizzandola molto, forza gli altri a farlo e lasciare dati salienti per la pubblicità di chi investe.



Non ti nascondo che conosco questi meccanismi perchè uno o due anni fa mi hanno inserito in questo tipo di gruppo, forse anche in due, dove potenzialmente per un'impresa può essere utile scalare un po' la visibilità in rete, senza dover per forza ricorrere a sostanziosi programmi di pubblicità su sponsorizzazione dei contenuti.

Ma poi ti rendi conto che il trucchetto rimane lì visibile e non è neanche bello prendere in giro chi passa dal tuo profilo. Specie se si tratta di un'attività.

Senza considerare che poi in questi gruppi nascono anche le controversie, io ti ho commentato e tu non lo hai fatto.... e allora dici: ma andate a fare ... le fotografie!


Ormai penso che mi conosci e sai che mi piace raccontarti in maniera colorita le cose, ma colorito non vuol dire estremizzare falsando, perchè alla fine ciò che ti dico gira proprio così e da utenti con uno strumento che ci potrebbe dare delle possibilità, diventiamo semplici vittime e numeri utili di una piattaforma che fattura grazie al nostro impegno e spesso al desiderio di essere.


Ma soprattutto il meccanismo può coinvolgerti in un vortice che ti fa dimenticare il perchè hai iniziato a stringere una macchina fotografica o il perchè lo fai da innumervoli anni, piegandoti a produrre nei termini e nelle regole del gioco che non riguarda la fotografia. Dandoti l'idea di crescere fotograficamente, invece forse stai crescendo in un social che rimane un luogo virtuale, dove puoi essere ciò che vuoi, ma finisce lì.


Ritorno a sottolineare che queste considerazioni sono generiche e che con i social network puoi fare un sacco di cose intelliggenti, tipo arrivare a leggere questo articolo (ovviamente scherzo).

Puoi approfondire tecnicismi, conoscere fotografi che non avevi mai sentito, confrontarti con altri appassionati, scoprire strumenti, organizzare delle giornate insieme, imparare, seguire corsi, vendere e comprare attrezzature, magari far diventare un lavoro ciò che ti piace, etc. etc.


Poi c'è un argomento da non sottovalutare, perchè le cose cambiano tra fotoamatori e fotografi professionisti. Nel secondo caso immagino che tu stia usando la pubblicità disponibile per dare una maggiore comunicazione della tua esistenza e dei tuoi servizi, affiancando sia l'attività gratuita che quella a pagamento. Fai benissimo.

Ma nel primo caso è importante non correre il rischio di usare il social come se fossi un'attività... perchè starai snaturando per la seconda volta la tua passione, una passione che non sai più se è più legata allo scattar foto o all'uso delle app di condivisione e che non ha più ben chiaro che non si tratta più di una libera espressione di un linguaggio per immagini ma che fa il verso ad un attività che produce fotografie per tutt'altro interesse e destrinazione.


Ti copio qui il testo tradotto di un libro che mi ha passato un mio amico.


"La connotazione negativa del termine amatore o dilettante è dovuta al fatto che negli anni si sono andate assottigliando le differenze tra finalità intrinseche ed estrinseche. Un amatore che pretenda di sapere quanto un professionista in relazione all'attività e non all'approfondimento storico-culturale è molto probabilmente in errore, o sta tramando qualcosa. Il punto di essere un amatore è non tanto quello di competere con un professionista sul suo stesso terreno, ma quello di usare una disciplina per estendere le proprie facoltà mentali. Ma nel momento in cui l'amatore perde di vista questo obiettivo e usa la conoscenza principalmente per gratificare il proprio ego o accumulare un vantaggio materiale, diventa la caricatura di altro."


Ecco questo passo è tratto da un libro che non parla assolutamente di fotografia e che è applicabile perfettamente a questo settore. Fa riflettere e non deve essere mai dimenticato.

In pratica, applicato a fotografia e a social network, ti sta dicendo che se stai imitando i metodi di comunicazione di un professionista, ti stai perdendo il meglio, scimmiottando un qualcosa che non ti serve, snaturando la bellezza di ciò che fai.


Pensa, a me piace cucinare, qualcuno mi dice che sono anche bravo, ma se domani invece di godermi i piatti con la famiglia e con gli amici, magari condividendo questa esperienza anche con altri appassionati di cucina, iniziassi a condividere post sui social come farebbero cuochi e ristoratori, per darmi un tono un po' più professionale e pensando di dar valore così a ciò che faccio, mi starei sicuramente coprendo di ridicolo e stare indirizzando le mie forze a capire quali dinamiche stanno usando i cuochi, quelli più bravi sul social, che forse stanno anche usando un social media manager, che sa fare il proprio lavoro!


Io ho solo un consiglio da darti.

Prendi il tempo che dedichi tra fotografia e social network, considerando rientrante nella seconda parte tutto il tempo che passi sui tuoi canali anche se stai parlando o guardando delle foto, quindi tutto dal momento in cui ti connetti a quando farai le storie e i balletti un po' scemi su Tik Tok.


Dividi in 4 questo tempo, possibilimente in parti quasi uguali.

La prima parte utilizzala per pensare ed organizzare ciò vorresti creare.

La seconda utilizzala per creare, quindi anche fotografare.

La terza per condividere sul social netowork e interagire con altre persone.

La quarta per utilizzare internet ed approfondire, ma senza passare da nessun social network.


Sarà un tempo molto ben distribuito e più proficuo.

(Nei limiti di chi può distribuire come vuole)


No? Vuoi passare il 5% a far foto e il 95% sui social? Nessuno te lo vieta, ma ricordati che il tuo hobby sarà il social, l'importante è che tu lo sappia, così lo farai anche molto meglio!

Magari potresti diventare un influncer e trovare la tua strada! Ma l'importante è non far influenzare la tua fotografia da queste dinamiche, che riguardano altro e riguardano un mondo dove c'è chi fa soldi e chi imita chi fa soldi, magari scrivendo nel proprio profilo "Marco Rossi Influncer" o meglio ancora "InfluenZer" e non rendendosi conto che è come se dicesse: Marco Rossi famoso. Cioè in pratica una persona nota e che influenzerà le tue scelte proprio con la sua notorietà e il suo carisma, che deve dirti che è famoso, scrivendo influencer.

Non è un mondo meraviglioso che sottolinea con pochi passaggi la sua estraneità con la realtà?

Oppure potresti diventare uno sviluppatore di contenuti, in questo caso foto e video, proprio indirizzate al social, ma lo faresti sapendo cosa e perchè stai creando e non credendo che ti stai esprimendo in totale libertà senza l'influenza della piattaforma di condivisione!

Quindi in sostanza i trucchi esistono, ma devi capire se ti servono per promuovere la tua attività oppure se stai truccando la tua vera passione da fotografia, ma che in realtà è l'uso del social e se questo impegno realmente genererà un profitto a te o alla piattaforma che usi, senza addirittura screditarti agli occhi di chi va al di fuori di queste dinamiche.


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2 commentaires


manuelclck68
07 mai 2020

CIAO .. quanta verità . grazie per gli articoli sempre interessanti .

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Ciao Raffaele grazie per l'articolo , c'è ancora molto da raccontare sui social

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