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Come ho realizzato questa foto?

In questa pausa Natalizia rimetto le mani al mio blog che per evidenti ragioni lavorative ogni tanto si ferma, con la volontà di raccontarti lo schema di luce adottato in questo ritratto.


La foto ritrae Maria Soccorsa Laforge, immersa in questo vigoroso rosso che al fascino del soggetto, dona anche forza e mistero..

La modella è posizionata poco più avanti di un fondale dipinto a mano, Gravity Backdrops, ovviamente di colore rosso. E' illuminata in luce flash con delle gel rosse e parte del suo viso fuoriesce da un taglio netto di questa atmosfera cremisi.

Qui di seguito puoi vedere il fondale utilizzato.


Adoro questo genere di fondali, ne possiedo molti di diversa dimensione e fattura, tutti rigorosamente dipinti a mano e realizzati da diverse aziende di cui sono ambassador per l'Italia, hanno un look davvero unico e regolando le luci si possono ottenere effetti molto interessanti. Ad esempio questo lo utilizzo spesso anche per dei portrait in bianco e nero e la resa è davvero interessante.


Per mostrarti lo schema di luce, più che uno scatto in bts preferisco analizzartelo con il software che utilizzo per la progettazione di schemi di luce complessa, anche se in questo caso lo sto facendo per te a posteriori, quindi non ho usato il sw e poi fatto la foto con i dati che avrei potuto avere a disposizione. Diciamo che uso il software, in questa ed altre occasione, per rendere potabile e visibile il concetto.


Il software in questione è sempre lo stesso, Set.a.light by Elixxier, se vuoi provarlo gratuitamente clicca qui!

Qui di seguito ti mostro la schermata del software, in modo da poterti raccontare bene come ho impostato le luci.




La schermata qui sopra riportata è divisa in 3 riquadri. A sinistra puoi avere una visione generale del set, una vista 3D che nel software è navigabile. A destra trovi in alto un'anteprima del risultato e in basso una vista planimetrica, che può aiutare nella comprensione delle distanze e meglio individuare la posizione spaziale di ciò che interviene in scena.


La foto è realizzata con 3 luci.

Una key light, una fill light ed una rim light. La luce principale, la luce di riempimento e la luce di taglio.


La più semplice è una fill light che non è altro che un flash inserito in un bank da 80cm x 120cm dove frontalmente ho posizionato una gel rossa al posto del classico diffusore esterno in stoffa sintetica bianca. Questa luce ricopre anche il ruolo di background light, perchè illumina anche il fondo, rinforzandone anche il colore. Ho scelto un ampio diffusore, tenuto anche abbastanza vicino, per non avere un'ombra troppo marcata sul fondo, proiettata da Maria. In questo modo ho realizzato con la complicità della texture, un effetto di profondità, anche se, e lo puoi vedere dalla vista in pianta considerando che quella striscia azzurra è il fondale, il soggetto non era molto distante dal background.

La rim light è anch'essa abbastanza semplice come impostazione, ma la ritengo sempre un gradino più complessa della precedente, per due motivi: la giusta regolazione della potenza perchè deve essere ben visibile e non bruciare e la sua natura dura, perchè non avendo diffusori va ben posizionata per non creare ombre poco piacevoli.

In pratica si tratta di un secondo punto luce flash, con una parabola da 18cm e anch'essa con un foglio di gel dello stesso colore della fill.


Per dividere visivamente queste due luci puoi analizzare così la scena. Tutto ciò che è in ombra sulla modella e che in pratica si trova a sinistra di ogni volume è illuminato, insieme al fondale, dalla fill light. Senza l'intervento di essa tutte queste zone sarebbero state completamente nere. Tutto ciò che è illuminato di rosso, dello stesso colore quindi del rossetto e del fondale, è opera della rim light. Quindi tutti i volumi che si trovano alla tua destra e che generano ombre molto dure dal lato opposto alla provenienza della luce.


Ma poi entra in gioco la key light, la principale e la più complessa delle tre.


Attenzione, ti ho descritto le 3 luci in ordine di complessità, non di necessario posizionamento, anche se potrebbe essere per te un modo facile per operare, basta che terrai presente che la fill deve solo dare un po' di luce alla ombre.


La luce principale è un flash con aggangiato un cono shape, una sorta di modificatore a cono che permette la proiezione e la messa a fuoco di forme. In questa foto ho usato semplicemente un cerchio, che risulta distorto perchè la main proviene dall'alto ed è inclinata verso destra, come puoi vedere dalle schermate del software.

Ovviamente nessuna gel è stata utilizzata e l'esposizione generale è calcolata su questa fonte di luce. Per i collezionisti di dati exif: f11, 1/125 e iso200. 35mm su aps-c, Fuji H1 e 35mm f1.4. Flash e trasmettitore Quadralite.


Non si tratta di certo di uno scatto che ti viene al primo colpo, va pensato e poi provato. Come attesta questa immagine qui sotto che raccoglie un po' di test di luce e di posa dei ben 50 scatti che ho realizzato per avere la foto che mi convinceva.


Se questa breve descrizione ti è piaciuta allora ti segnalo un'altra cosa che potrebbe esserti molto utile.


Una cosa che, considerando questo articolo, potrebbe chiarirti molto bene i concetti sul posizionamento spaziale delle luci, sull'utilizzo del flash e dei modificatori, sul concetto di luci morbide e luci dure e tantissime altre cose. O semplicemente farteli ripassare con una logica differente.


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Augurandoti un buon proseguimento delle festività natalizie e sperando di esserti stato utile con questo breve estratto, ti do l'appuntamento al prossimo articolo!


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